Perché portare la Mindfulness dentro le aziende? Quali benefici può portare? E’ da considerare una moda del momento o può essere accolta davvero come una pratica essenziale per far fronte a stress, ansia e frenesia propri del nostro mondo accelerato? Ma soprattutto, la consapevolezza è un fronzolo o una necessità?
Come dice il maestro Thich Nhat Hanh, “Se riusciremo a creare una comunità di lavoro sana e in grado di nutrire i suoi membri, potremo plasmare il tipo di ambiente che intendiamo realizzare nel mondo. Quando in un ambiente di lavoro si usa la parola ‘consapevole’ e ‘compassionevole’, si offre il meglio di se stessi. Se riusciremo a combinare le nostre visioni profonde e le nostre esperienze, la visione profonda collettiva produrrà le decisioni più sagge. Se non siamo in grado di ascoltare i nostri colleghi con il cuore libero, se consideriamo e sosteniamo solo le idee che già conosciamo e approviamo, danneggiamo il nostro ambiente di lavoro.”
Vi propongo a seguire qualche estratto di un contributo di Stefano Marchi sull’introduzione della mindfulness in azienda (fonte: Informazione Senza Filtro, 31/01/2018)
Consapevolezza o mindfulness?
Il termine mindfulness deriva dalla parola sati, che in lingua pali significa appunto consapevolezza. Sembrerebbe che il termine mindfulness, nel senso in cui lo conosciamo noi oggi, venne utilizzato per la prima volta da Buddha oltre duemilacinquecento anni fa.
Secondo la definizione attuale di Jon Kabat-Zinn, mindfulness significa “porre attenzione in un modo particolare: intenzionalmente, nel momento presente e in modo non giudicante”. Questa definizione, che può sembrare molto generale, contiene tutti gli elementi presenti in quello che si intende per consapevolezza nella mindfulness.
Guardare la mente
La parola mindfulness, quindi, non significa solo calmarsi e rilassarsi un po’. Si tratta di essere più presenti e consapevoli di ciò che sta accadendo dentro e intorno a sé. Si tratta di imparare a guardare la mente, non solo attraverso essa. Quando si riesce a farlo anche solo un poco, le cose cambiano. Si diventa meno reattivi e si aprono spazi per seguire e perseguire le cose veramente importanti: è una pratica che favorisce la possibilità di essere costantemente in relazione con se stessi, sviluppando consapevolezza su come il proprio mondo interno sia in rapporto con l’esterno.
Uno degli elementi chiave è quello dell’accoglienza non giudicante di quello che c’è nel presente. Da questo punto di vista, possiamo dire che la mindfulness introduce elementi di straordinaria novità insegnando alle persone a entrare, stare in contatto e accogliere il presente momento dopo momento, aiutando le persone a interrompere il continuo richiamo del passato e la preoccupazione per il futuro che molto spesso impediscono di vivere le esperienze presenti.
L’essere mindful, però, implica qualcosa in più del semplice essere consapevoli: richiede di essere consapevoli dell’attività della propria mente risvegliandosi da quanto viene vissuto in modo automatico e riappropriandosi delle esperienze quotidiane, consapevoli di quello che ci accade.
Ma quindi a che cosa serve?
La pratica della mindfulness allena le persone a lavorare con la mente e gli stati mentali. Possiamo dire che l’aumento di consapevolezza di sé e del proprio funzionamento che ne derivano favorisce l’aumento della capacità di scelta e di azione.
Diversi studi hanno dimostrato che, dopo otto settimane di allenamento, vi è un aumento significativo della concentrazione di materia grigia nelle aree associate all’attenzione sostenuta e alla regolazione emotiva. Tale formazione aumenta anche l’attività nella corteccia prefrontale sinistra: un predittore di felicità e benessere.
Altri studi hanno dimostrato invece l’efficacia della pratica della mindfulness nell’affrontare stress, ansia e depressione, o anche problematiche come il dolore cronico. Per questi motivi possiamo dire che riuscire a prestare attenzione alle proprie esperienze interne aumenta la possibilità di mettere in atto comportamenti più flessibili, efficaci e guidati dai propri scopi e valori.
Come si sviluppa un percorso di mindfulness
Esistono diversi modi per sviluppare un percorso di mindfulness.
Il più studiato è il protocollo MBSR (Mindfulness Based Stress Reduction). È stato sviluppato da Jon Kabat-Zinn alla fine degli anni ’70 ed è in assoluto il programma più sperimentato e validato al mondo dal punto di vista scientifico.
I diversi percorsi solitamente hanno in comune la pratica di alcune meditazioni strutturate, come la meditazione del respiro – detta anche sitting meditation o meditazione seduta –, la meditazione del corpo, dei suoni, la meditazione camminata e molte altre. Ogni percorso di mindfulness include anche l’invito alla pratica informale come strumento per comprendere il valore della mindfulness e di introdurre consapevolezza nella propria vita.
Mindfulness sul lavoro e in azienda
Il primo beneficio sul lavoro riguarda sicuramente lo sviluppo della capacità di portare l’attenzione dove si desidera.
Lo stress è solitamente accompagnato da confusione mentale, rimuginio, preoccupazione e conseguente incapacità di mantenere l’attenzione sul presente e su ciò di cui ci si sta occupando.
Il lavoro con la mindfulness aiuta ad accorgersi, risvegliarsi e riportare l’attenzione dove effettivamente vogliamo che stia. Aumenta la consapevolezza dei propri stati mentali e di quelli degli altri sviluppando una maggiore capacità di accoglienza, apertura e rispetto riguardo se stessi e gli altri. Le ricerche mostrano come le persone che sono più abili a lavorare con la mente e gli stati mentali hanno prestazioni migliori, si rapportano meglio con se stessi, con i colleghi e i clienti.
Da un punto di vista interpersonale, la mindfulness aiuta a sviluppare maggior comprensione ed empatia. Lo sviluppo di un atteggiamento di curiosità, accettazione e accoglienza dei propri eventi interni favorisce la possibilità che questo avvenga anche verso gli altri. Le persone che seguono un percorso di mindfulness, di solito, riscontrano diversi vantaggi correlati alla loro vita professionale e personale:
- migliorano la capacità di essere attenti (ad esempio riportano una maggior capacità di concentrarsi sui singoli compiti, in modo da affrontare le cose più efficacemente). Sono anche in grado di ricaricare le energie più facilmente quando sono sotto pressione;
- hanno maggiore abilità di calmarsi quando ne sentono il bisogno;
- aumentano la consapevolezza di sé e la consapevolezza degli altri;
- migliorano la capacità di ascoltare attentamente e di comunicare in modo chiaro (con interessanti ricadute su colleghi e clienti e sull’efficacia nelle riunioni e nelle presentazioni);
- aumentano la presenza emotiva e la capacità di entrare in sintonia con gli altri.
Quindi la mindfulness diminuisce lo stress?
Anche la consapevolezza va tenuta allenata, come se fosse un muscolo. Ci sono alcune pratiche meditative che possono essere facilmente inserite nell’arco della giornata, anche più volte al giorno. Per esempio tra un appuntamento di lavoro e l’altro. Alcune ricerche mostrano come l’allenamento alla consapevolezza possa essere favorito da un appuntamento formale quotidiano di 20 minuti e da una pratica informale di attenzione al presente da portare avanti durante l’arco della giornata in diverse occasioni.
La diminuzione dello stress, poi, dipende soprattutto dal buon senso. Per cominciare, quindi, è bene prestare attenzione alla nostra macchina, dando ogni tanto un’occhiata al cruscotto e scegliendo di fermarsi se la benzina sta per finire.